venerdì 9 dicembre 2011

Cronache dall'Isola di Cat


CRONACHE DALL’ISOLA DI CAT
Data 9 dicembre 2011 secondo il calendario di Padre Pio Pio Pio (e’ un pulcino?). Proverbio del mese: “Tanto va la gatta al lago che si tromba anche il bagnino”.  Santo del Mese: Santo Reggia, perfettamente indicato per tisane e pesce bollito.
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Dai muoviti a mangiare che devo parlarti di lei….
Suona la sveglia,  come tutti i giorni.
Alfredo si alza, stiracchia braccia e gambe e si gira dall’altro lato. Neanche due secondi e il gatto gli salta in faccia e incomincia a “pettinargli” i capelli.
Tira’ giu’ il gatto dal letto.
Il gatto torna su’.
Tira giu’ il gatto.
Il gatto torna su’.
Alla decima volta impreca contro la sue ex fidanzata per avergli lasciato, dopo essersi separati, l’unica cosa di cui non aveva bisogno: un micio.
Poi Love, nome fottutamene inutile, torna di nuovo su, si rannicchia nel braccio di Alfredo ed incomincia a far le fusa. Ecco, immediatamente, sparire tutte le remore contro i felini.
-Amorino, piccola mia, ma come sei carina oggi, si fai le fusina? Carina carina!
Love si chiede come sempre per quale cazzo di motivo tutti gli umani si rivolgono a lei in quella maniera sdolcinata, ma non riesce  a darsi una spiegazione.
Alfredo si alza, va in bagno, prima sigaretta della giornata. Poi lavaggio denti, faccia e sgaurdo allo specchio per rendersi conto che nemmeno oggi si fara’ la barba.  Si ferma. Gli torna in mente una frase “Dai muoviti a mangiare che devo parlarti di lei”.
Dopo che hai passato la notte a lavorare dietro un banco del bar a somministrare qualsivoglia di bevande alcoliche  a chiunque e averne assaggiate almeno la meta’, e’ difficile fare ordine coi pensieri.
“Mettiamo su la moka da 10, ho idea possa essere davvero utile…cazzo ma l’ho sognata di nuovo! Dov’e’ quel maledetto cellulare…”
-Andiamo Jack rispondi….su….
-Pronto… (voce che pare provenire dall’oltretomba)
-Jack sono io!
-E vedrai lo so…Che vuoi?
-L’ho sognata di nuovo.
-Per la miseria Red! E’ mattina presto, cosa cazzo mi chiami a fare?
-Ma se e’ l’una!
-E chi ha chiuso il pub con te stamattina alle sei? Eh? Tua sorella o io?
-Scusa dai, Jack, lo sai…
-Che ti voglio bene…si si…con sta storia del bene hai rotto. Hai messo  su il caffe’?
-Si.
-Quella da dieci o da  quattro?
-Quella da dieci.
-Metti su anche quella da quattro. Arrivo.
-Jack non usare l’ascensore che si blocca.
-Ok e tu smettila subito di andare tra le nuvole con sta storia del sogno.
-Vedessi com’e’ bella…
-Ma se non l’hai mai vista nemmeno tu! Ma piantala. Dai arrivo.

9
IL SOGNO DI RED
Camminava sicura di se, cannottiera arancione, un ciondolo appeso al collo, lunghi capelli neri e occhi altrettanto scuri. Fumavo fuori dal pub prima di iniziare il turno delle 18.00. La vidi. Maledettamente bella. Si fermo’ davanti a me e chiese se il locale fosse gia’ aperto. Non feci in tempo a risponderle, suono’ la sveglia.
Dopo un paio di settimane, sognai di trovarmi in un grande negozio per animali. Compravo le scatolette per Love e anche qualche gioco. Mentre cercavo di capire se era meglio un finto uccellino di peluche o le classiche palline, mi girai ed era dietro di me. Sorrideva. Mi chiese se sapevo che ore erano, ma non riuscivo a rispondere. Le guardavo gli occhi e non parlavo. Ci penso’ il gatto a portarmi via dal sogno: quando ha fame prende la ciotola e incomincia a farla strisciare sul pavimento facendo piu’ rumore possibile. Mi svegliai pensando ad uno scherzo. Che nesso c’era tra il gatto affamato e io che nel sogno compravo le sue scatolette preferite? E poi chi era questa ragazza?
Una settimana dopo, la ritrovai. Questa volta ero al supermercato e facevamo spesa insieme. Parlavamo continuamente ma non riesco certo a ricordare le nostre frasi. Forse ci eravamo conosciuti ed eravamo gia’ usciti insieme. Nel sogno pareva ci fosse  una certa intimita’. Poi la riaccompagnavo a casa e lei, in macchina, mi teneva per mano. Feci un commento sul suo profumo dicendole che mi piaceva molto. Di nuovo la sveglia.
L’ultima volta l’ho sognata ieri. Eravamo in un cinema e, stranamente, non c’era nessuno. Del film non ricordo niente. Ad un certo punto lei si e’ accoccolata tra le mie braccia, le ho scostato i capelli dal viso e l’ho baciata. In quel momento e’ partita una canzone e ricordo che mi sono messo a ridere e sono tornato a baciarla.  Mi sono svegliato, erano le Quattro. Fortunatamente  mi sono riaddormentato ma di nuovo un altro sogno: ero a pranzo dai miei e c’era Jack. Io gli dicevo: “Dai muoviti a mangiare che ti devo parlare di lei”.
E poi, inesorabilmente, la sveglia.

10
Alla Locanda dei Racconti perduti, era finalmente tornata l’allegria. Come tutti i venerdi sera, una nuova band si preparava a suonare. Questa volta toccava ai “Toys Orchestra” gruppo di ragazzi italiani molto bravi. C’era molta attesa e gli avventori della locanda avevano gia’ riempito la parte adibita per i live. Appena saliti sul palco, alle prime note  di “Celentano”, fu subito un battere mani, cantare e saltare.  Olio guardava la scena da dietro il bancone del bar sorridendo: l’incasso della serata sarebbe stato sicuramente positivo.
Nel prive’ del locale, nel frattempo, Gringo, Puccio, il Capitano Arturo Bandini, lo zio Hunk e Sampei si erano riuniti in gran segreto.
-Gringo, allora, ci aggiorni sulla situazione?
-Certo Puccio. Come avrete visto, appena fuori dall’isola, c’e  una portaerei.
-Ma scusa, ma io fuori dall’isola ho visto solo un enorme peschereccio.
-No Sampei, in realta’ e’ una portaerei, siamo andati a controllare piu’ da vicino, si sono camuffati bene.
-Oh,Gringo  sai che ieri ho pescato una carpa da 65kg?
-Si Sampei sei bravo lo sappiamo. Dicevo. Da questa portaerei hanno mandato un finto agente di una societa’ chiamata Grupalla per cercare contratti legati al turismo sull’isola.
-E li avete accettati?
-No Arturo, solo uno stupido lo farebbe. Proprio per questo, ci siamo insospettiti: abbiamo chiesto ai tonni alletterati di dare un occhiata.
-Io ne ho pescato uno che andava in scooter!
-Sampei, per la miseria, non ci interessa. I tonni hanno riferito di strane attivita’ sull’imbarcazione: uomini in divisa, armi, altri uomini in vestito a tinta unita nera con occhiali scuri….insomma non proprio dei pescatori…
-Pensi che siano qua per lui?
-Non so’ che dirti Puccio, ma forse e’ meglio spostarlo e metterlo in un luogo piu’ sicuro.
-E dove Gringo?
-Non lo so’ Arturo, dobbiamo trovare una soluzione. Forse dovresti riportarlo indietro nel prossimo viaggio.
-Non se ne parla neanche, lo sai quale sono gli ordini.
-Potrebbe venire a stare un po’ con me!
-No Puccio, lo sai, ogni volta che siete insieme finisce sempre in un gran casino. Meglio tenervi separati.
-Che palle che sei, Gringo.
-Che palle sei te! A proposito, ma Alice dov’e’?
-Eccomi Gringo eheh…eccomi…
-Ciao Cara, ci porti un altra bottiglia di Amarone?
-Eh ehe…ehe…dov’e’ il coniglio? Ehehe…
-Alice, la devi smettere! Basta! Porta la bottiglie e non rompere sempre con sta storia del coniglio, sei grande ormai.
-Gringo, ma e’ proprio qualla Alice li?
-Si Puccio, e’ Alice nel Paese delle Meraviglie.
-No!!!! Ma dai! E’ diventata carina pero’.
-Lasciala perdere, ormai non fa altro che giocare a carte d’azzardo, da quando e’ stata nel Paese delle Meraviglie non fa altro che poker on line.  E poi non distraiamoci. Cerchiamo piuttosto di capire dove nasconderlo, sapete quanto sia importante per la nostra sopravvivenza. E’ a lui che dobbiamo tutto.
-Certo Gringo. Ma mi spieghi come mai, ad ogni riunione, invitiamo lo zio Hunk? Tanto non parla mai e beve e basta!
-Non lo so Arturo, ordine del Grande Capo.
-Oh, oggi ho preso un acciuga, vedi te, era 34 chili!
-Sampei hai rotto il cazzo! Ora chiamo il tu nonno e ti faccio portare via!

Uscirono dalla stanza mentre i “Toys Orchestra” suonavano le ultime note della bellissima “Golden Calf”. Scroscio di applausi ed ennesimo bis.
Olio non aveva ancora smesso di sorrideree contava l’incasso.

11
Pulaski street 114
Brooklyn
State of New York
3 maggio 2007
Cara Mamma e caro Babbo,
Le cose vanno meglio. Ho iniziato a lavorare come cameriere in un ristorante romagnolo qua a Brooklyn. I proprietari sono simpaticissimi e mi trattano bene. Ah, si, certo, vi chiederete come mai faccio il cameriere e non il cuoco. Non lo so nemmeno io, ma dopo aver fatto il colloquio mi hanno detto: “bene, da domani incominci in sala”. Io ho ovviamente dato l’ok, senno’ qua non mangio piu’ e poi sapete, alla fine mi ritrovo a imparare la lingua lavorando in sala.
Al lavoro ci vado in bicicletta, e’ troppo bello: la bici e’ vecchia, tipo anni sessanta,  io parto con la musica nelle orecchie e canto. E nessuno ci fa caso!!!! WOW!!!
Certo, mi manca cucinare, ma ogni tanto, quando sono libero, faccio la spesa e invitiamo gli amici, cosi’ mi tengo in allenamento e a loro, sapete, non dispiace di sicuro!
Babbo, l’altro giorno hai visto la partita? Siamo stati fortissimi. Pensa che sono andato a vederla in un locale a Manhatthan col Viola Club New York. Ho anche comprato una sciarpa cosi’ te la regalo appena torno! E’ stato divertentissimo. Pero’, quando abbiamo segnato e non c’eri tu da abbracciare, lo ammetto, mi sono commosso. Meno male c’era Giorgio con me, il mio amico che abita qua, cosi’ ho abbracciato lui, anche se tifa la Juventus…E’ stata una grande Fiorentina, vero babbo? Ti ricordi quando mi portavi allo stadio da piccino? Mamma mia, perdevamo sempre…io sono convinto, anche se non l’hai mai detto, che saresti sceso in campo tu se ti fosse stata data la possibilita’. E avresti corso 100 volte piu’ degli altri per cercare di vincere. Ma l’avresti fatto solo per me, per farmi vedere almeno una volta vincere la nostra squadra.  Ma sai che non me ne importava nulla se perdavamo? Era troppo bello solo il fatto di andarci insieme.
Dai un bacio grosso alla mamma e digli di non preoccuparsi, me la sto’ cavando e andra’ tutto bene. Lo so’ che e’ sempre in ansia per il suo “piccolino” oltre oceano, ma ormai ne ho trenta, di anni…
E mi raccomando: un sacco di grattini a Viola. Anzi, la prossima volta che vi chiamo, le mettete il teleono all’orecchio cosi’ sente la mia voce! Mi manca un sacco. Quando suona la sveglia del cellulare la mattina, mi aspetto di vederla saltare sul letto e di intrufolarsi subito sotto le coperte per la sua mattutina dose di coccole. Ma non e’ cosi’
Meno male mi coccola Francesca. Sei gelosa, vero Mamma? Ahah!
Vado, il lavoro mi attende. Dite alla mia sorellina che le voglio tanto bene.
Con affetto,
Vostro Simone.







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